Mons. Alfredo Bravi  (1916 - 2001)

Maestro della Cappella Marciana 

della Patriarcale Basilica di S. Marco in Venezia (1955-1981)

Un ricordo, per un grande debito di riconoscenza e di amicizia ...

Amico di famiglia di mia moglie (non mancava mai la visita settimanale alla nonna Cisa ammalata) ho avuto modo di stringere amicizia con mons. Bravi (per tutti noi don Alfredo) dal 1991. 

Era da dieci anni tornato a Lodi dopo "una vita" trascorsa a Venezia come Maestro di Cappella in San Marco (la famosissima Cappella Marciana). I suoi predecessori portano il nome di Willaert, Gabrieli, Monteverdi, Cavalli, Legrenzi, Lotti, fino al conosciutissimo don Lorenzo Perosi. 

Musicista ricercato e raffinato ha meritato la fama internazionale che gli è stata tributata. Univa a tutto ciò una grande semplicità di cuore, un'immediata comunicativa nei rapporti interpersonali, un raro fervore e dignità sacerdotali ed una profonda sensibilità liturgica.

Dai nostri colloqui, dove la mia iniziale deferenza mutò in "cordiale venerazione", si era avvicinato al nostro coro e seguiva il nostro lavoro con attenzione e simpatia, sempre prodigo di consigli e di suggerimenti.

In uno di questi colloqui mi permisi di chiedergli di musicare l'antifona al Magnificat dei vespri per la solennità del nostro patrono, il vescovo S. Gaudenzio. "O Præsul Magne" è stato da lui composto appositamente per la nostra formazione corale tutta al femminile e fu eseguito per la prima volta in sua presenza nel gennaio 2000, invitato a concelebrare alla nostra festa patronale. Alla fine di quella S. Messa fu presentato, salutato e ringraziato calorosamente da tutta la comunità, con un lunghissimo applauso. Nel novembre di quell'anno ci donò pure un inno composto da lui per S. Gaudenzio, per organo e assemblea.

La sua morte nel luglio del 2001 ci ha lasciato con un grande vuoto, soprattutto di amicizia. Quando eseguiamo il suo "O Præsul Magne" ci sembra quasi un ... testamento spirituale ... e lo ricordiamo sempre con molto affetto.

Roberto Generani

 

La vita

Alfredo Bravi nacque a Guardamiglio (Lo) il 3 gennaio 1916 da una famiglia semplice. Entrò in seminario a Lodi nel 1927. Durante gli anni del liceo scoprì la passione per la musica ed iniziò a studiare armonia con il canonico Luigi Salamina. In seminario strinse amicizia, mai competitiva anche per il diverso approccio allo stile musicale, con Mons. Giuseppe Beccaria, altro valente musicista lodigiano, che fu Maestro di Cappella della Cattedrale di Lodi. Dopo l’ordinazione sacerdotale (23 aprile 1939 a Massalengo), il Vescovo, Mons. P. Calchi Novati, lo inviò alla comunità di Livraga come vicario parrocchiale. Qui mosse i primi passi alla guida della corale. Trascorsi gli anni difficili della guerra in cui si prodigò per i sofferenti, chiese ai suoi superiori di poter approfondire gli studi musicali. Nel 1947 fu trasferito alla parrocchia di San Lorenzo a Lodi. Ebbe così la possibilità di seguire privatamente le lezione del M° Giovanni Spezzaferri. Si diplomò al Conservatorio di Piacenza nel 1948 in Musica e Canto Corale e nel 1950 in Direzione di Coro. A S. Lorenzo istruì un coro che fu scelto per accompagnare, nel 1953, i riti per l’insediamento del Vescovo Mons. T.V. Benedetti. In maggio diresse la corale di S. Lorenzo durante la celebrazione per il 30° anniversario di fondazione del Santuario di “Maria SS. Ausiliatrice”. In settembre fu trasferito della neo-costituita “Parrocchia S. Maria Ausiliatrice”. Dopo la visita dell’allora Patriarca A. Roncalli a Lodi, fu invitato a mandare il proprio curriculum a Venezia perché il Patriarcato cercava un nuovo Maestro per la Cappella Marciana. Il 1 Gennaio 1955 don Alfredo fu nominato direttore di quella millenaria istituzione. La tradizione voleva che il Maestro di Cappella presentasse le proprie composizioni durante le feste solenni e don Bravi si dedicò con grande passione a quest’arte, animato dalla convinzione che la musica sia al servizio della liturgia e finalizzata alla preghiera dell’assemblea come egli stesso dichiarò in un’intervista “… la musica e il canto sono strumenti al servizio della liturgia, perché la gente possa essere aiutata a pregare”. Frequentando il Teatro La Fenice, dove al Maestro di Cappella era riservato per tradizione un palco, nel 1956 gli fu presentato il celebre musicista russo Igor Stravinskij che desiderava poter eseguire in Basilica una composizione sacra da lui composta. Proprio grazie all’interessamento di don Bravi il compositore poté eseguire il primo concerto di musica contemporanea in S. Marco. Fu solo dopo il Concilio Vaticano II che il Maestro Bravi riuscì ad attuare pienamente quel rivoluzionario mutamento della Cappella Marciana che permise a quest’istituzione di varcare le soglie della città e dell’Italia.

Già il Patriarca A. Roncalli aveva favorito un primo mutamento concedendo di eseguire concerti in S. Marco. Quando fu eletto Papa (e assunse il nome di Giovanni XXIII) avviò il Concilio e, in esso, la riforma liturgica che spinse don Bravi a chiedere al nuovo Patriarca, il Card. G. Urbani, l’arricchimento dell’organico della Cappella con voci femminili professioniste, provenienti anche dal vicino Teatro La Fenice. Inizialmente respinto, per il timore di poter influenzare con questa decisione l’ufficializzazione in tutte le Cappelle del territorio nazionale (essendo il Card. Urbani presidente a quel tempo della CEI), dopo un periodo “ad experimentum”, il 25 Aprile 1964, festa di S. Marco e della Repubblica di Venezia, fu definitivamente approvato. Per merito di questa novità don Bravi poté, grazie all’estensione vocale femminile a differenza dei bambini usati fino a quel momento, riproporre composizioni antiche della produzione veneziana che allargarono i confini qualitativi della Cappella spingendola ad esecuzioni al di fuori di S. Marco. Ma fu con l’arrivo nel Patriarcato del Card. A. Luciani, futuro Papa Giovanni Paolo I, che la Cappella intraprese nuove strade: solo grazie al suo appoggio, contro tutto il Consiglio dei Canonici della Basilica, don Bravi poté tenere concerti in s. Marco. Il Card. A. Luciani infatti voleva si unissero ai mosaici “…capaci di parlare al cuore delle persone che non si accostavano mai alla Chiesa” anche le note, quale strumento di riflessione sulle realtà più profonde dell’animo umano. Così, nel 1973, una serie di iniziative portarono la Cappella fuori Venezia: a Ravenna, nella Basilica di S. Vitale (con la quale fu promosso anche un gemellaggio) e a Loreto, per una rassegna musicale di Corali provenienti da nove nazioni europee e dagli Stati Uniti.

Molti anche i concerti fuori Italia: a Parigi nel 1973 don Bravi incise con la Cappella la Missa Papae Marcelli di Palestrina per la televisione e la radio francese e a Innsbruck per le Olimpiadi del 1976. Del tutto particolari anche le scelte di allargare il patrimonio musicale della Cappella inserendo canti armeni della comunità dell’isola di S. Giorgio a Venezia, con la quale intrattenne buoni rapporti di amicizia e  stima reciproca, e con canti giapponesi, grazie ad un missionario del PIME, fratello di due sue coriste. Il 6 settembre 1981 il Maestro Bravi diresse per l’ultima volta la Cappella Marciana in occasione della solenne cerimonia in onore di S. Lorenzo Giustiniani (primo Patriarca di Venezia) che, per felice coincidenza, era stata anche il suo primo impegno musicale appena nominato Direttore della Marciana nel 1955. Presentò le dimissioni nel 1981 e a nulla valsero i rifiuti del nuovo Patriarca, Card. Marco Cè, che le accettò solo dopo aver richiesto per lui, a titolo di riconoscimento, la nomina a Monsignore. Nello stesso anno gli fu conferita la Medaglia d’oro dall’amministrazione di S. Marco. In occasione del suo 25° anno di direzione della Cappella, aveva ricevuto la Bacchetta d’argento e già nel 1966 era stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere della Repubblica.

Tornato a Lodi nel 1981, svolse il suo servizio nella chiesa di S. Maria Ausiliatrice come collaboratore e continuò ad insegnare, fino al 1984, al Conservatorio di Milano. La città  di Lodi ha espresso la propria stima a mons. Bravi con la consegna del premio Fanfullino d’oro della Riconoscenza nel 1982. Nella parrocchia di S. Maria Ausiliatrice che era stata da sempre la sua casa, fondò dopo il suo ritorno nel 1984, una Schola Cantorum che gli diede le ultime soddisfazioni musicali. Passò gli ultimi anni come Assistente Spirituale dei Pellegrinaggi Paolini. Infine, ultimo omaggio della Cappella Marciana che mai lo aveva dimenticato, nel 1988, fu invitato, in occasione della Festa della Madonna della Salute, a celebrare una S. Messa a Venezia e a firmare una sua gigantografia per il Museo dei Ritratti del Patriarcato, dove è esposta perennemente accanto a quella di don Lorenzo Perosi.

Il 21 luglio 2001 il Maestro mons. Alfredo Bravi muore all’età di 85 anni. Tutta la città partecipa al suo funerale e anche la Cappella Marciana di Venezia si stringe accanto al maestro che le aveva ridonato nuova luce e bellezza.

(da una pubblicazione della parrocchia S. M. Ausiliatrice in Lodi - trascrizione a cura di Paola Ceresa)

Alcune opere:

 Exultate justi (mottetto a 3 voci e organo)

Ave Maria (mottetto a 4 voci a cappella)

O Marce (inno dei primi vespri di S. Marco)

Improperium expectavi (mottetto a 4 voci per la Settimana Santa)

Christe Redemptor (inno dei vespri per il S. Natale)

Veni Creator (inno dei vespri per la Pentecoste)

Cantate Domino (mottetto a 4 voci a cappella)

Ave Maria (mottetto per 2 voci femminili e organo)

Tu es Petrus (mottetto a 4 voci e organo)

Messa S. Edoardo a 4 voci e organo (Refice-Bravi)

Ecce Sacerdos Magnus (mottetto a 4 voci e organo)

O salutaris Hostia (mottetto a 4 voci e organo)

Pange lingua (mottetto a 4 voci e organo)

O Praesul Magne (mottetto per 3 voci femminili a cappella)

Inno a S. Gaudenzio (unisono e organo)

 

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